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Un reportage autobiografico della crisi siriana, tra coloro che lottano contro Assad e contro Daesh per semplice sopravvivenza. Macabro, crudo, violento, emotivamente intenso e commovente. Vincitore del premio Meilleur livre étranger e Selezione Prix Médicis. All’inizio delle rivolte siriane, nel marzo 2011, Samar Yazbek, giornalista e scrittrice, regista e sceneggiatrice, aveva scelto di scendere in piazza per reclamare la libertà di espressione, denunciando i crimini perpetrati dal regime di Bashar al-Assad, rivendicando maggiori diritti per le donne e l’abolizione della censura. Prima è stata trattenuta dalle forze dell’ordine, poi, quando la sua voce è diventata troppo invisa al governo e la sua presenza in Siria un rischio, ha dovuto scegliere l’esilio e si è trasferita a Parigi, dove ha perseverato nel suo attivismo politico, continuando a denunciare le atrocità perpetrate dal regime di Damasco e urlando all’Occidente il bisogno disperato di aiuti umanitari, ma anche di intervenire per fermare ulteriore spargimento di sangue. Samar Yazbek dal 2012 al 2014 è tornata in Siria illegalmente, attraversando a piedi il confine turco, e si è impegnata in prima persona per costruire scuole e offrire sostegno alle persone bisognose, e ha raccolto storie di persone e famiglie intere. È nato così un ritratto di grande forza, popolato di protagonisti indimenticabili, estremiste, soldati, amici, volontari, in un libro essenziale, «uno dei primi classici politici del XXI secolo» («The Observer»).